Elea - Velia
Elea fu fondata dai Focei nel 540 a.C. I Focei
, uomini che non accettarono la dominazione persiana, dopo 20 anni di
peregrinazioni nel Mediterraneo, scelsero questa collina del Cilento che tanto
richiamava alla loro mente la terra patria.
Erano marinai-mercanti con l'indomabile pensiero della liberta'. Costruirono la loro citta', la fortificarono, la dotarono di due
porti e non combatterono mai alcuna battaglia.
Attivo
centro commerciale, nei secoli VI e V a.C. vi fiorì una scuola eleatica,
che ebbe i suoi maggiori esponenti nei filosofi Parmenide
e Zenone , il primo dei quali fu
il fondatore della celebre Scuola
Eleatica
.
Elea fu anche sede di
una scuola di medicina, tanto che la Scuola Medica Salernitana fu la diretta
discendente della Eleatica, perpetuandone nei secoli i principi
ispiratori.
La decadenza di Elea venne lentamente con l'interramento dei
porti, alluvioni, incursioni piratesche, la peste, i terremoti.
Nei secoli
se ne perse persino il ricordo e oggi i resti visitabili, secondo autorevoli
stime, sono il 15 % dell'intera citta'.
Scavi recenti hanno riportato in luce resti imponenti della città antica, nella quale una strada lastricata collegava i due quartieri cittadini divisi dalla dorsale della collina dell’acropoli. Sull’estremità occidentale di essa ci sono i resti di un abitato arcaico con edifici in opera poligonale, sistemato a terrazze, il basamento di un tempio arcaico, dietro il quale si trova un teatro di età ellenistica. Oltre alla cinta muraria è stata poi rimessa in luce buona parte del quarti
ere meridionale, con edifici portuali, l’agorà e un edificio di età romana con portici.L'Acropoli viene destinata a solo luogo di culto con l'impianto di un santuario dedicato forse ad Atena; il villaggio arcaico è abbandonato e vengon
o creati altri quartieri di abitazioni sparsi sulle pendici e sulle terrazze della collina.
Al punto più stretto della gola, la grandiosa Porta Rosa , un arco splendido, che congiunge in alto le due parti della collina e in basso i due quartieri e i due porti la cui costruzione risale agli inizi del III sec. a. C. |
Al III secolo si data il teatro sull'Acropoli, un piccolo edificio termale
nella valletta dove sorgeva la fonte Hyele
e tutta la sistemazione monumentale e scenografica della
fonte stessa con una perfetta canalizzazione che portava l'acqua a
valle.
Lungo il crinale dall'acropoli all'estremità occidentale delle
mura piccoli santuari, luoghi di culto, altari, alcuni cippi votivi testimoniano
il culto di Poseidone, Zeus, Kairos, Asclepio, Atena, Demetra, Era,
Persefone.
In età romana il nome greco Hyele fu trasformato in Velia. Divenne
municipio romano nell'88 a.C., ma Roma
consentì l'uso della lingua greca
per le cerimonie ufficiali e permise la continuazione della monetazione propria.
Bruto, dopo
l'uccisione di Cesare, si rifugio' a Velia, e Marcantonio, partito al suo
inseguimento, lo attese al largo senza entrare in citta'.
Per la mitezza del
clima, l'ospitalita' e l'alto tenore di vita degli abitanti, Elea-Velia
divenne meta di soggiorno di numerosi personaggi, tra i quali
Cicerone, Paolo Emilio e Orazio. Da Velia, inoltre, partivano ogni anno
alcune fanciulle scelte dall'aristocrazia locale verso Roma, come sacerdotesse
per il tempio di Cerere.
Ad età romana appartengono due complessi termali, il criptoportico, cioè un edificio pubblico che occupa tutta l'insula II, costruito nel I sec. sec. a.C. e rimaneggiato nel II sec.d.C., variamente interpretato come sede della scuola medica, ginnasio o palestra per la gioventù, collegio degli Augustali, sacerdoti destinati al culto dell'imperatore.
In questo monumento sono state
rinvenute numerose sculture tra cui la testa turrita, personificazione della
città, la testa di Parmenide e numerose statue di medici eleati. |
Dal
punto di vista economico, la città decade lentamente, sia per
l'insabbiamento dei famosi "porti velini" sia per il mutato flusso
commerciale romano che predilige le vie terrestri.
La vita è
testimoniata ancora in età bizantina, mentre il progressivo impaludamento
e le minacce dei pirati spinsero poi all'abbandono del sito di cui si perse ogni
traccia e ricordo.
Torre
medioevale